Da qualche giorno è stato pubblicato un mio breve saggio dal titolo Messina assediata: la guerra, le fortificazioni e la città tra il 1718 e il 1719, nel volume Una battaglia europea. Francavilla di Sicilia 20 giugno 1719 (a cura di E. Gugliuzzo, G. Restifo, Aracne Editrice, Roma 2020, pp. 219-230).
Il saggio è il frutto della mia partecipazione ad un convegno che si è tenuto l’anno scorso per ricordare la Battaglia di Francavilla (di Sicilia) del 20 giugno del 1719. Nell’occasione, a conclusione del mio intervento avevo evidenziato come nessuno avesse commemorato o ricordato i due assedi della Cittadella di Messina del 1718 e del 1719, a differenza invece di come è stato fatto nella vicina Milazzo per ricordare l’assedio del 1718 con l’impegno della Società Milazzese di Storia Patria, o appunto a Francavilla di Sicilia dove si stava tenendo un convegno internazionale. La conclusione che ne traevo era di dover riconoscere la necessità di far diventare, nella coscienza comune, la Cittadella di Messina un “luogo della memoria”, prima ancora di poter parlare di progetti da mettere in atto per il suo recupero alla collettività. Il mio sfogo, manifestato un anno fa al convegno di Francavilla davanti a studiosi, politici e membri della società civile, ha avuto una piccola eco nella stampa locale.
Tuttavia molto c’è da fare (quasi tutto) nella via che ho indicato, potranno gli storici cucire uno strappo nella memoria di una comunità?