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Archive for the ‘Storia antica’ Category

Guida alla Statuaria Reggina -Daniele Castrizio

Guida alla statuaria reggina -Daniele Castrizio

Pubblicato alla fine del 2011 da Falzea Editore un libro di Daniele Castrizio, professore di numismatica dell’Università di Messina. Si tratta di una guida, certamente non convenzionale, alla conoscenza e alla comprensione della statuaria reggina. Il Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria possiede una importantissima collezione archeologica, certamente tra le prime al mondo sia per quantità che per qualità dei reperti. Tra questi non si può trascurare la singolare presenza di originali greci di epoca classica sia in marmo che in bronzo: il “kouros di Reggio”, i “Bronzi di Riace” e le teste con i frammenti provenienti dal “relitto di Porticello”. Il lavoro svolto da Daniele Castrizio, concentrato questo volumetto di appena 111 pagine, colma certamente un vuoto negli studi, carenti sia nell’ambito delle ricerche specifiche, con l’eccezione dei “Bronzi di Riace”, sia per l’aspetto relativo alla divulgazione.

La prima scultura studiata da Daniele Castrizio è il cosidetto “kouros di Reggio”, già da subito è possibile notatare la particolare metodologia usata dall’autore: studiare tutti i segni ancora presenti sulla scultura che rivelano la natura delle parti ormai perdute e l’incrocio con considerazioni di tipo storico e iconografico. L’ipotesi dell’Autore porta ad indetificare la scultura come un Apollo.

Il capitolo successivo è dedicato ai “Bronzi di Riace”, è senza dubbio da considerarsi il cuore del libro, (altro…)

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Breve resoconto degli ultimi rinvenimenti archeologici nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), pubblicato su Zancleweb il 30 ottobre 2011 (le immagini  che accompagnano l’articolo non sono mie, ma del gruppo di Filippo Imbesi).

 

larch-imbesi-con-alcuni-membri-del-gruppo-di-ricerca-durante-le-esplorazioni-del-territorioOrmai da diversi mesi  a Barcellona Pozzo di Gotto quasi nel silenzio più assoluto sta accadendo un fatto di notevole importanza dal punto di vista culturale. Un gruppo di appassionati, guidato e coordinato dall’architetto Filippo Imbesi (già autore di un apprezzato lavoro sui feudi nel barcellonese e sul monastero di Gala e di diversi articoli su riviste storiche) sta esplorando sistematicamente il territorio allo scopo di censire le numerosissime “tombe a grotticella” che, quasi a dispetto della loro evidenza, sono passate inosservate e ignorate dagli studiosi fino ad oggi.
In realtà qualche studio in passato c’è già stato: le ricerche svolte prima da Vincenzo Cannizzo e poi Carmelo Famà e infine da Pietro Genovese nell’arco del secolo XX. Queste indagini però analizzavano un’area limitata del territorio non mettendo in luce quanto Filippo Imbesi col suo gruppo di appassionati e studiosi, raccoltisi spontaneamente attorno a lui, hanno scoperto e continuano a scoprire nelle loro ricognizioni. Al giorno d’oggi sono state individuate oltre 150 “tombe a grotticella” (ma il numero pare destinato a salire di volta in volta), quasi tutte di una stessa tipologia che lascia intendere una comune usanza funeraria e la presenza di uno spirito religioso delle popolazioni che le hanno realizzate. Le tombe, scavate nella roccia, risalgono probabilmente all’età del bronzo (quindi ad un periodo protostorico) ma è possibile ritenere che furono utilizzate anche in epoche successive anche per usi diversi. Si tratta di un’area archeologica  molto vasta che supera i confini territoriali del comune di Barcellona Pozzo di Gotto andando anche nei territori di Catroreale, di Rodì Milici e Terme Vigliatore. I ritrovamenti archeologici venuti fuori in queste aree se collegati idealmente tra loro potrebbero aprire nuove prospettive di studio su un periodo che va dalla protostoria fino alla presenza greca in Sicilia. Nella zona, non molto lontano, infatti alcuni archeologi, primo fra tutti Luigi Bernabò Brea, hanno voluto collocare il fiume Longano, identificandolo con l’attuale torrente Termini. Ma restando per un attimo fuori dagli studi e dagli scavi condotti per l’individuazione della città di Longane, certamente la presenza di tante tombe di una stessa tipologia e tutte di uno stesso periodo storico non può passare inosservata agli studiosi ma anche alle istituzioni. (altro…)

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Articolo sui Cubburi, tipiche costruzioni rurali dei Nebrodi, pubblicato su Nebrodi Network il 15 novembre 2009. Presente anche nel volume AA.VV. Nebrodi Network Pagine di informazione culturale. Vol. I, Frammenti Edizioni, Cesarò 2011 (ISBN 9788890503115), pp.29-36.

 

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