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Archive for the ‘Tradizioni’ Category

Condivido qui tre video d’epoca, provenienti dall’archivio dell’Istituto Luce, che mostrano alcuni momenti salienti dell’agosto messinese, periodo in cui nella città di Messina venivano a coincidere una serie di eventi religiosi, culturali e sociali. I video riguardano in particolare la processione religiosa della Vara, la sfilata dei “Giganti” e il “teatro dei dodicimila”. Si tratta di momenti significativi che hanno segnato la vita comunitaria e che ancora oggi sono indicati nell’opinione comune come fondamentali per la definizione di una identità condivisa. Se il teatro dei dodicimila, allestito nella piazza antistante il municipio, è un evento mondano di cui rimane solo la memoria, a tratti nostalgica, di tempi migliori vissuti dalla città, le sfilate dei due giganti di cartapesta e la processione della Vara sembrano ancora oggi coinvolgere una buona parte della cittadinanza. Furono proprio queste due “processioni”, una sacra e l’altra profana, a segnare in un certo senso la rinascita della città nel 1926, per la prima volta dopo il terribile terremoto del 28 dicembre 1908. Ma al giorno d’oggi è importante interrogarsi sulla storia di questi momenti ricorrenti della vita cittadina? Direi che la risposta è affermativa, perché soprattutto dall’osservazione dei video possiamo notare quanto è rimasto, quanto è stato modificato e quanto è stato cancellato nei decenni. I cambiamenti nel corso del tempo denotano un cambiamento nella vita quotidiana dei cittadini e del modo di intendere e vivere il sacro e gli eventi di convivialità?

Il primo video, senza audio, risale al 1929, il carattere religioso della processione è accentuato dalla presenza di almeno sei vescovi (che potrebbero essere anche canonici mitrati), fatto che sottolinea la straordinaria preminenza dell’aspetto religioso-spirituale su quello mondano.

Il secondo video, molto breve, risale al 1934, mostra alcuni momenti della processione della Vara e in qualche fotogramma i due “giganti”, una voce narrante e una musica di accompagnamento danno al video un aspetto meno solenne e più gioioso rispetto al precedente.

Il terzo video invece si riferisce ad un’epoca diversa, risale infatti al 1954. Accanto al sacro aumenta lo spazio dedicato dal cinegiornale agli eventi mondani, la vita degli italiani e l’influenza dei media è evidentemente in ulteriore crescita e stanno avvenendo dei mutamenti anche nel modo di comunicare e raccontare gli eventi agostani.

Nel conservare le tradizioni sembra quindi essere mutato nel giro di pochi decenni il modo di viverle e raccontarle. Non solo utilizzando i nuovi media, ma anche affiancando eventi di altra natura quasi a incorniciare le processioni tradizionali in un mondo più mondano e secolarizzato. Un agosto messinese che lentamente cambiava, non solo a seguito dell’affermarsi di nuove tecnologie e di nuove modelli culturali di intrattenimento. Se vogliamo trovare una radice profonda ai cambiamenti possiamo identificarla con il plurisecolare processo di secolarizzazione, inteso in senso ampio non solo come la progressiva esclusione di quanto è “religioso” dalla sfera pubblica, ma anche come portatore di cambiamenti in quell’intersezione sempre presente nella vita dei singoli e della comunità tra vissuto quotidiano e sfera religiosa, tanto da modificare e incidere anche in quelle espressioni pubbliche della spiritualità che sono le processioni sacre.

Occorre guardare al passato per tornare indietro nel tempo o per comprendere certi meccanismi e decidere quindi che direzione imprimere alla propria epoca?

 

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E’ stato pubblicato il 18 agosto 2015 un mio articolo divulgativo sul sito www.europamediterraneo.it . Parlo della processione del Crocifisso detto “U Signuri longu” a Castroreale in Sicilia. Anche le fotografie che accompagnano l’articolo sono mie.

Clicca sull’immagine per leggere.

U Signuri Longu - 2006

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Articolo pubblicato su Nebrodi Network il 25 maggio 2012 in cui espongo quanto accaduto in un convegno da me moderato il 22 aprile 2012 a San Piero Patti. 

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Recensione di un libro di Giuseppe Campagna su Sciglio e i Santi Cosma e Damiano, pubblicata su Zancleweb il 19 ottobre 2011.  

copertina Sciglio e i Santi Cosma e DamianoIl 21 settembre scorso, a Sciglio di Roccalumera nei locali della Parrocchia è stato presentato il libro  “Sciglio e i Santi Cosma e Damiano – Storia, fede, tradizione” di Giuseppe Campagna. Si tratta di un libro degno di essere segnalato ai lettori di questo sito per diversi motivi.
Prima di tutto si tratta di uno studio condotto con passione da un giovane storico con già alle spalle una solida formazione e con davanti a sé ampi margini di miglioramento. La passione e l’interesse verso i luoghi natii rendono ancora più interessante l’argomento, trattato anche con metodo e precisione che danno al libretto la dignità di un lavoro scientifico. A questo va aggiunto il fatto che il libro è stato stampato a spese dell’autore, senza quindi alcuna certezza di guadagno a dimostrazione che né le istituzioni né le case editrici investono abbastanza sui giovani ricercatori preferendo spesso la ristampa di vecchie opere di storia locale che si basano su studi di eruditi antichi, studi molto spesso smentiti dai documenti d’archivio.
Come specificato dal prof. Francesco Paolo Tocco dell’Università di Messina, nella sua prefazione al libro, “si tratta di un lavoro di microstoria, non di semplice storia locale, perché l’autore ha accuratamente evitato di riportare alla rinfusa voci incontrollabili e enfatizzazioni provincialistiche, limitandosi a ricostruire solo ciò che gli era consentito dalla documentazione superstite […]. Ma è un lavoro microstorico soprattutto per la capacità dimostrata dall’autore nella contestualizzazione su più ampi sfondi storici della piccola vicenda di un piccolo centro […].” (pag. 7). E’ appunto il metodo con cui è stato scritto il piccolo testo di appena 143 pagine a renderlo affidabile. Degna di rilievo è l’ampia utilizzazione di documenti d’archivio che l’autore trascrive con abilità, riportando la traduzione dal latino in nota, dando quindi anche un taglio divulgativo al suo lavoro che può essere fruito da ogni tipo di lettore. (altro…)

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Tra le più note leggende della città di Messina vi è quella che parla delle imprese di Cola Pesce. Questo pescatore prodigioso ha dato luogo a varie storie che ne raccontano le gesta. Giuseppe Pitrè nella sua opera Studi di leggende popolari in Sicilia dedica un intero capitolo alla leggenda di Cola Pesce e ne raccoglie ben diciotto versioni popolari diverse una all’altra, e ben trentatré versioni letterarie dei più diversi autori.

La leggenda in passato non era diffusa solo a Messina o nella sua provincia, ma se ne rilevano tracce con varianti e rielaborazioni anche a Catania, Palermo ed in tutta la Sicila, a Napoli e persino in Spagna. Le gesta di questo sorprendente personaggio, che a seconda dei casi ha il nome di Cola o Nicola Pesce oppure Pescecola, non sono affatto ignote alla tradizione iberica. Miguel de Cervantes infatti, facendo enumerare a Don Chisciotte della Mancha le qualità richieste ad «un bueno caballero andante», spiega che debba «saber nadar como dicen che nadaba el peje Nicolas o Nicolao». (altro…)

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Articolo che riprende degli interessanti spunti da un saggio di Achille Passalacqua, pubblicato su Nebrodi Network il 15 febbraio 2010. Presente anche nel volume AA.VV. Nebrodi Network Pagine di informazione culturale. Vol. I, Frammenti Edizioni, Cesarò 2011 (ISBN 9788890503115), pp.177-184.

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